- Secondo la mitologia, il mirtillo è legato al nome di Venere, dea dell'amore.
- Alcuni ritengono che la dea, dopo il giudizio di Paride, si cinse di una corona fatta con questa pianta.
- I Greci usavano il Mirto per cingere il capo dei vincitori.
- Nel medioevo i profumieri ottenevano dai fiori dei mirtilli la cosiddetta "acqua degli angeli".
- Secondo la leggenda, una ragazza invincibile nelle gare atletiche di nome Marsina, viene trasformata da Pallade (divinità greca) in albero di Mirto, per aver superato un giovane in una gara.
- In Svizzera, negli scavi di una città del Napoleonico, sono stati rinvenuti reperti tessili tinti in malva-violetto con succo di mirtillo.
- La bacca era usata anche dai Galli e dai Celti per colorare gli abiti.
- Le donne dell’antico Impero romano facevano il bagno diluendo nell’acqua un decotto di foglie di mirtillo per favorire l’abbronzatura.
- In America settentrionale i mirtilli erano ingredienti portanti della dieta della popolazione indigena che li consumava freschi in estate e seccati in inverno. Le bacche dalla varietà rossa erano ritenute un simbolo di pace degli indiani Delaware, che le impiegavano per tingere sia i corpi che i tappeti.
- La leggenda americana racconta che i Padri pellegrini appena sbarbati, utilizzassero i mirtilli che crescevano particolarmente abbandonati in quelle regioni.
- I mirtilli divennero protagonisti anche nella Seconda guerra mondiale, si dice che i piloti della Raf, la flotta aerea inglese, ne facessero incetta per migliorare le loro capacità di visione notturna.
- In Irlanda e In Scozia, da sempre si celebra la “domenica del mirtillo”, uomini, donne e bambini percorrono boschi e campagne alla ricerca delle bacche che serviranno a preparare costate, confetture e sciroppi.
- Secondo una tradizione nordica il mirtillo protegge dalla malasorte, In Scandinavia i suoi rami sono utilizzati nella cerimonia del “Piccolo Yule”, il 13 Dicembre, un rito associato alla stella del solstizio d’inverno, conosciuta nella tradizione nordica come “portatore di torcia”.
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la piadina romagnola, come tutte le cose buone ha un suo segreto.
Il pane dei romagnoli viene infatti preparato su dei piatti di terracotta conosciute da tutti come le teglie di Montetiffi.
Cotta su una teglia di Montetiffi, la piada ha una differenza di gusti e aromi che la rendono diversa e speciale da una cotta su una piano riscaldato moderno.
La teglia, chiamata anche teggia, testo, lastra, ha la forma rotonda dai bordi rialzati, il materiale che viene utilizzato per la loro realizzazione, è principalmente un impasto di argille, bensì una dal colore rosso e l’altra grigio.
http://www.mitidiromagna.it/teglie_montetiffi.asp
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